Buongiorno amici,
quello di oggi non é un articolo di incoraggiamento; si tratta piuttosto di una riflessione su di un tema spinoso: ovvero l’estrema supercialità con cui si tende a vivere i rapporti interpersonali in questi tempi.
Ma che é successo? Dico, é diventato così difficile instaurare delle relazioni affettive sane, fatte di impegno reciproco, rispetto, costanza, fiducia e altruismo?
Lasciare che le cose scorrano così come sono, provando entusiasmo e curiosità per gli altri e il sano e del tutto naturale desiderio di conoscerli senza troppe paranoie né tentativi di manipolazione?
Perché é diventato così difficile entrare in contatto con un altro essere umano spontaneamente, senza essere mossi da secondi fini?
Vedo le frequentazioni “amorose” tra uomo e donna…Un vero disastro! Sembra che si faccia a gara a chi é il più s*****o, a chi é più bravo a mostrare indifferenza pur di tirare l’amo giusto e far abboccare l’esca.
Ostentazione, indifferenza, finzione…Sembrano essere queste le parole attorno a cui ruota tutto.
E’ davvero così difficile trovare l’autenticità nei rapporti interpersonali? Che fine hanno fatto le persone VERE, quelle che fanno le cose col cuore senza tattiche, senza tentativi di manipolare gli altri o doppi fini?
Dov’è finita la spontaneità che c’era al tempo dei nostri genitori?
Io non lo so dove sia finita, so solo che ad oggi, nel 2018, é veramente difficile trovare persone genuine con cui poter instaurare dei rapporti sani, autentici, pieni.
Nessuno ha più voglia di impegnarsi, siamo stati sovrastimolati così tanto e per così tanto tempo, che sembra che oramai nessuno abbia più voglia di nulla..Se non della caramellina immediata per placare il bisogno di fame che sa di vuoto e di mancanza di stimoli.
La verità è che nell’epoca del consumismo sfrenato le persone non hanno più tempo per le relazioni; non si ha più tempo per prendersi cura degli altri; nè voglia di aver cura degli altri, e questo perchè viviamo in una società che induce all’apoteosi dell’egoismo e in cui il concetto dell’ “altro da sé” non é nemmeno più contemplato.
Ovunque vedo persone che hanno paura di affezionarsi, persone che hanno paura di viversi, di fidarsi, di riporre negli altri fiducia e di far fiorire qualcosa insieme.
Le le relazioni tra uomo e donna si sono ridotte ad essere più una semplice “toccata e fuga” che non altro: ormai non si ha più voglia di scoprirsi, nè di conoscersi e men che meno di trasmettersi a vicenda qualcosa di “pieno”.
Oramai si è diffusa questa tendenza di guardare agli individui allo stesso modo in cui si guardano gli oggetti, da usare e poi buttare, esattamente come facciamo con le merci che compriamo e poi gettiamo compulsivamente spinti dall’ottica mediatica che esalta all’ennesima potenza la novità, impaziente di tenere il passo con la moda, il ché significa adagiarsi a tempi sempre più veloci quanto altrettanto poveri e vuoti.
Le persone lavorano 8, 10 ore al giorno, e poi devono stare dietro alla palestra per tentare di assomigliare alla modella di turno, e poi fare il corso di inglese perchè si sa, se non sei bilingue in una società multiculturale come la nostra allora non vali granchè, e cosi tra una cazzata e l’altra nessuno ha più tempo per nulla, nemmeno per coltivare i rapporti sociali. Cosi’ è successo che le nostre esistenze si sono private dell’interiorità, della dimensione dello scambio, di profondità…insomma, di tutte le dimensioni più sotterranee e intime di cui è composta la vita psichica umana.
Si é velocizzato tutto: così come ci basta premere il tasto di accensione del telecomando per sapere cosa succede dall’altra parte del mondo, pretendiamo di applicare la stessa velocità fulminea anche sul piano delle relazioni: per cui non esiste più il rispetto dei tempi, non esiste più la gradualità, il procedere insieme per tappe, la curiosità nel mostrarsi a poco a poco, la gioia dello scoprirsi a piccole dosi, lentamente, passo dopo passo.
No. Esiste solo il “tutto e subito”, e si tenta di appliccare anche con le persone lo stesso principio che applichiamo con le merci, in cui basta tirare fuori il portafogli per avere immediatamente ciò che si brama.
Il corteggiamento non è più corteggiamento, oramai è stato linciato: non esiste più. L’attesa del piacere ha lasciato spazio al piacere stesso vissuto all’ennesima potenza, all’emozione forte, al gusto dello spericolato, a una trasgressività che oramai è diventata omologazione, abitudine, e agli eccessi.
Le droghe circolano nei locali con tanta immediatezza quanto basta per placare il fiume di noia in cui sono attanagliati i nostri giovani, che proprio perchè non hanno più tempo per attendere, per sperimentare anche la stessa dimensione del vuoto, si annoiano sempre più facilmente in quanto manca l’accettazione della noia stessa, l’assenza di emozione.
Nei rapporti tra uomo e donna, conoscersi ormai non é più conoscersi, conoscersi equivale ormai a “saltarsi addosso”, la pazienza, l’attesa sono cose ormai “fuori moda” (non che io sia contraria alla libertà sessuale, ognuno del suo corpo può fare ciò che vuole… ma se frequento un tipo che dopo un tot di tempo molla la presa solo perchè é stato abituato ad impegnarsi poco con ragazzette che gliela danno la prima sera..beh allora il problema dei suoi comportamenti inevitabilmente finisco per sobbarcarmelo anche io, con tutte le conseguenze che questo comporta).
E’ da anni che le mie relazioni sentimentali non funzionano. E guardandomi attorno mi accorgo che la stessa situazione la vivono le mie amiche, le conoscenti, i conoscenti.
Magari fosse solo un problema mio, significherebbe che lo potrei facilmente risolvere uicamente lavorando su di me!
La realtà dei fatti però purtroppo dimostra che questo é un problema sociale globale.
Tra gli anni 90 e i 2000 abbiamo perso molto.
Il materialismo ha finito per travolgerci nella spirale dell’accumulo, lasciando le cose prive di senso.
Io mi volto e mi accorgo che è tutto privo di senso. Il voler accumulare sempre di più, senza mai arrestarsi. Il sacrificare il vecchio per il nuovo, senza nemmeno che il vecchio venga in qualche modo valutato.
La competizione che ci porta a fare gara con altri esseri umani, anche se siamo del tutto ignari di quale sia la loro vera vita al di là dell’apperenza, di quali siano i problemi, al di là della facciata, con tutti i drammi personali.
La mancanza di empatia nelle relazioni, questo voler anteporre con cosi tanta assiduità se stessi prima degli altri, come se davvero fossimo piu importanti, come se davvero non fossimo solamente microscopiche briciole che galleggiano in questo macro-universo.
La profondità ormai non va più di moda: abbiamo perso tutto, abbiamo venduto i valori della vita solo per possedere più merci, più comfort e abbiamo finito per diventare ridicoli, frustrati, vuoti.
Schiavi del tempo e privi di personalità, di moralità, di spessore psicologico.
Non sappiamo più che cosa sia il silenzio, non sappiamo più cosa sia la dimensione della calma, della tranqullità mentale.
Abbiamo 1000 amici sui social ma non troviamo più il tempo per vederci una volta al mese con l’amico di infanzia.
Abbiamo centinaia di rapporti virtuali, ma abbiamo perso la voglia di scoprire cosa si celi dentro all’anima di un altro essere umano, andando oltre le apparenze, andando oltre le minigonne, andando oltre la foto photoshoppata profilo di Facebook.
Abbiamo creduto di prendere tutto, mentre in realtà abbiamo perso tutto.
Ci siamo auto-convinti di essere più originali degli altri possedendo l’Iphone di ultima generazione, ma la realtà è che siamo solo più omologati, più spenti, più alienati.
La gente fa la fila nei saloni dell’estetista, fa la fila nelle palestre, fa la fila per prendere il nuovo modello di BMW, ma di una cosa si dimentica: di coltivare la propria persona, di fare i conti con la propria interiorità
Perchè se non si coltiva la propria anima, come si può pretendere di avere relazioni ricche, funzionanti con gli altri?
Mi guardo attorno e vedo persone che per lo più si avvicinano agli altri mossi dall’intenzione di prendere; l’atto del dare è ormai stato svuotato di tutto il suo significato.
L’altruismo viene elargito col contagocce, sono poche le persone altruiste che ho la fortuna di avere accanto nella mia vita.
Ma una domanda dovremmo farci: se tutti nelle relazioni vogliono solo prendere, ma nessuno vuole più dare, allora, cosa mai si potrà prendere? Nulla. Perchè se non c’è nessuno che dà, allora non si può prendere assolutamente nulla..perchè non c’è proprio nulla da prendere
E’ tutto cosi vuoto, finto, artefatto, privo di senso.
Affacciandoci agli anni 90 ci sentivamo dei vincitori, i nostri occhi brillavano incoraggiati dalle promesse di una felicità mai arrivata del sogno americano.
Abbiamo creduto a lungo di aver vinto, ma siamo solo dei perdenti.
E con questo stendo un velo pietoso sulla società del progresso che più che del progresso è unicamente, tristemente, pateticamente niente altro che una socieà dell’indifferenza.
Che amarezza
E con questo velo pietoso vi lascio
Gaya